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1.
€ 50,00
EAN-13: 9788804764830
Eliodoro
Etiopiche vol.1
Edizione:Mondadori, 2023
Collana:Scrittori greci e latini

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Descrizione del libro

«Il giorno cominciava appena a sorridere e il sole illuminava le creste dei monti, quando degli uomini armati da briganti sbucarono da una delle colline che dominano le foci del Nilo.» àˆ la frase con la quale le Etiopiche iniziano, per colpire subito i lettori con lo stupore del romanzesco. I briganti, prosegue il racconto, guardano verso la costa più vicina: c'é un'imbarcazione vuota di equipaggio ma intatta, perfettamente piena di tutto il suo carico. Sulla riva, un ammasso di corpi trucidati da poco, segno evidente di una battaglia. Ci sono i vinti, a terra, uno «spettacolo» che «la divinità » ha allestito «con mille volti», un «dramma» rappresentato proprio per i briganti. Ma non ci sono i vincitori. Invece, quando la banda si avvicina, ecco una fanciulla di bellezza indescrivibile seduta su una roccia, ai suoi piedi un giovane sfigurato dalle ferite. Sono, ancora senza nome, Cariclea e Teagene, i due protagonisti delle Etiopiche. Cominciano qui le infinite avventure della loro vicenda. Li ritroveremo, poco prima della fine, sul punto di essere sacrificati a celebrazione della vittoria di Idaspe, re d'Etiopia, sui Persiani, quando Cariclea, rivolta all'amato, parlerà  di una «trama», la loro, «i cui inizi sono stati complicati dalla divinità » e che non può avere scioglimento se non dopo numerose «peripezie». Poco dopo, quando tutto sembra precipitare, hanno luogo i riconoscimenti che risolvono i nodi della storia. Un romanzo, dunque: l'ultimo che ci venga dall'antichità . Sin dall'inizio esso é anche spettacolo e dramma; retto dalla suspense, si presenterà  di volta in volta come tragedia o come commedia. Soprattutto, una narrazione improntata all' Odissea (e a un certo punto Odisseo vi compare di persona, benché in veste di spettro), la quale dà  forma alla sua stessa struttura narrativa. Un romanzo dalla scrittura «inventiva, immaginifica, "barocca"»: d'amore, sì, ma dominato dall'ideale della castità , e certo dal forte valore religioso. Fortunatissimo, anche, dal Rinascimento al Settecento, quando a esso si rifanno per esempio Cervantes, Sidney, Shakespeare, Calderà³n e Racine. L'edizione Valla, corredata di una bellissima introduzione, di una traduzione vivace e di un commento di grande puntualità , é la prima apparsa nel mondo negli ultimi ottant'anni.

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2.
€ 50,00
EAN-13: 9788804764847
Severino Boezio
Consolazione della filosofia
Edizione:Mondadori, 2023
Collana:Scrittori greci e latini

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La "Consolazione della Filosofia "é l'ultima grande opera che, ormai alla fine, l'antichità  affida alle civiltà  che la seguono. Il suo successo é clamoroso, con traduzioni e commenti in tutta Europa. Esso é dovuto a una serie di fattori: la situazione drammatica del dialogo tra Filosofia e Boezio, che si trova in prigione in attesa di essere giustiziato; l'affascinante alternarsi di prosa e versi, di ragionamento serrato e di canto; il platonismo spiccato venato di aristotelismo; il sottofondo cristiano. Filosofia appare a Boezio in una vera e propria epifania, ma subito mostra una forte personalità  drammatica: irritabile, pronta al rimprovero, ma anche protettiva e consolante, ella si fa portavoce di una sapienza tutta umana, erede forse di Parmenide, certo di Platone, Plotino, Proclo e dei libri sapienziali della Bibbia. Il fascino di Boezio é dovuto anche ai temi che la "Consolazione" discute, in particolare quelli più urgenti per un uomo in attesa della morte: la fortuna, che viene addirittura personificata; il destino; la provvidenza divina; la felicità  dell'uomo; l'importanza della virtù; l'abbandono delle aspirazioni puramente umane alla ricchezza e alla gloria. Tutto é discusso con esemplare profondità  di pensiero, ma in termini comprensibili a ognuno; tutto viene immerso in una prospettiva cosmica, nella quale le cose sono viste alla luce dell'eterno e del perpetuo, dell'universale che tocca ciascun individuo - come nel famoso carme IX del libro III, l'inno di intonazione platonica, «quasi un'epitome del Timeo », che invoca il fondatore del mondo e la sua opera di perfezione, armonia, e bellezza: «Tu che il mondo governi con perpetua ragione, / che hai piantato il cielo e la terra, che al tempo / comandi dal perenne di muovere, che fisso / restando a tutto dai moto ... tu, bellissimo, il mondo bello / nella mente portando a tua immagine formi / e ordini alle parti sue perfette di farlo perfetto». L'edizione Valla si avvale di un testo appositamente creato, di traduzioni di grande spessore, e di un commento della qualità  alla quale Peter Dronke ha abituato i suoi lettori.

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3.
€ 50,00
EAN-13: 9788804738022
D. Loscalzo
Democrazia vol.1
Edizione:Mondadori, 2022
Collana:Scrittori greci e latini

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Una raccolta organica e complessiva delle testimonianze antiche sull'affermarsi della democrazia in Grecia mancava finora. Come afferma Donato Loscalzo, «la democrazia non é soltanto un sistema politico, é un complesso di valori che implica mentalità  e prospettive, sociali e culturali, sue proprie». Ed é per questo che le testimonianze raccolte non solo spaziano nel tempo, ma abbracciano tutti i generi letterari, essendo la democrazia «fenomeno culturale oltre che politico». La democrazia, e la discussione attorno ad essa, é dunque il fil rouge che attraversa nella sua totalità  il mondo greco. I testi sono accorpati intorno ai nuclei tematici portanti indagati nell'agile ma esauriente commento.

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4.
€ 50,00
EAN-13: 9788804751762
Sesto Properzio
Elegie vol.2
Edizione:Mondadori, 2022
Collana:Scrittori greci e latini

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5.
€ 50,00
EAN-13: 9788804752653
Platone
Timeo
Edizione:Mondadori, 2022
Collana:Scrittori greci e latini

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«Uno, due, tre»: il Timeo si apre semplicemente con l'enumerazione dei tre invitati - Crizia, Ermocrate e Timeo - che hanno accettato la proposta di Socrate di ritrovarsi per la discussione. Il Timeo: non un'opera qualunque, ma «il dialogo di Platone che ha influito in misura più ampia e profonda sulla formazione del pensiero filosofico e scientifico occidentale», l'unico conosciuto, anche se non nella sua totalità , nel Medioevo, grazie alla traduzione latina di Calcidio. Un testo, perciò, decisivo per il modo stesso in cui abbiamo immaginato il cosmo, la sua genesi, la sua struttura. Il Timeo é sapientemente orchestrato: nel prologo domina su tutte l'immagine di Atlantide, la superpotenza al di là  delle Colonne d'Ercole fiorita secondo Platone diecimila anni fa e poi sprofondata nell'oceano in un solo giorno e in una sola notte. Dall'immane catastrofe sembra emergere la grandiosa partitura del dialogo quale l'annuncia Crizia: a Timeo il compito di esporre la generazione dell'universo e giungere sino alla natura dell'uomo; a lui, Crizia, quello di rendere gli uomini, «secondo il discorso e la legge di Solone, cittadini di questa città ». àˆ in queste sezioni che le idee più celebri del Timeo sono dispiegate: il demiurgo, l'anima del mondo, il vivente intelligibile, i triangoli. Nasce qui la perenne fascinazione dei discorsi «verosimili» di Platone: «egli», dice Timeo dell'artefice, «costruiva l'universo nel suo insieme, al fine di realizzare un'opera che fosse, secondo natura, quanto più bella e buona». Tutti i principà® fondamentali del pensiero di Platone sono toccati in quest'opera, che dopo il prologo abbandona la forma conversazionale del dialogo per muovere verso la trattazione monologica. Il Timeo é una vera e propria summa nella quale convergono «l'ontologia, la teologia, la cosmogonia, la fisica, la cosmologia, l'etica, l'antropologia e la psicologia, arricchite dall'innesto di un articolato insieme di saperi specialistici, che vanno dall'astronomia alla medicina, dalla biologia all'ottica e alla teoria musicale». La Fondazione Valla é lieta e orgogliosa di presentare finalmente il Timeo in edizione critica, e con un'introduzione e un commento ricchi e del tutto originali, quali questo testo supremo merita.

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6.
€ 50,00
EAN-13: 9788804763123
P. Nasone Ovidio
Rimedi contro l'amore
Edizione:Mondadori, 2022
Collana:Scrittori greci e latini

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Amore legge il titolo del nuovo libro di Ovidio, "Rimedi contro l'amore", e subito protesta: «Vedo che mi si muove guerra», dice. Ma l'autore replica con fermezza: no, non puoi accusare me, che sono il tuo poeta, che «tante volte ho portato le insegne sotto il tuo comando». Io, sostiene con lampeggiante allusione all'Iliade , non sono Diomede, «da cui fu ferita tua madre», Venere: «io ho amato sempre, / e se mi chiedi cosa faccio, anche ora amo». Si aprono così i Rimedi contro l'amore di uno che é il poeta dell'Arte di amare e degli Amori, e che l'amore ha cantato in tutti i modi, dall'epico all'elegiaco, dal tragico all'estatico. Anche quando dà  consigli contro l'amore, Ovidio dice di Amore: come un Cherubino mozartiano avanti lettera, parla d'amor vegliando, parla d'amor sognando, parla all'acqua, all'ombra, ai monti, e se non ha chi l'oda, parla d'amor con sé. Ovidio aveva insegnato «con quale arte ci si può procurare / l'amore»: «la nuova Musa», proclama, «non disfa l'opera antica». «Imparate a guarire da chi vi ha insegnato ad amare», scrive: «una sola mano vi darà  la ferita e il rimedio.» I Rimedi ribaltano infatti in più occasioni i consigli offerti dall'Arte di amare , mentre Ovidio si presenta come l'erede romano di scrittori ellenistici di poemi curativi quali Nicandro; ma é anche nella scia di Lucrezio, che nel libro IV del de rerum natura spiega come evitare i lacci d'amore, e di Cicerone, «che nel quarto libro delle Tusculanae tratta il desiderio come una malattia dell'anima». In realtà , non c'é verso, tra gli ottocento in cui si dipana il poemetto, che non possegga, oltre alla dimensione erotica, un accenno retorico o letterario - all'interno di una rete puramente ovidiana costituita dai Medicamina, dalle Metamorfosi e dalle Eroidi, ma anche verso l'esterno, per esempio con allusioni alle Elegie di Properzio. Il libello, spesso trascurato o sminuito dalla critica, si rivela invece capitale, e l'introduzione e il commento di Victoria Rimell, nonché la bella traduzione di Guido Paduano, gli rendono finalmente giustizia. Perché i Rimedi «costituiscono uno snodo fondamentale nello sviluppo dell'idea ovidiana che la poesia ha la capacità  di influenzare e cambiare il mondo, simbolicamente e letteralmente».

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7.
€ 50,00
EAN-13: 9788804738039
Euripide
Elena
Edizione:Mondadori, 2021
Collana:Scrittori greci e latini

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Elena non é mai stata a Troia. Non é lei che i vecchi della città  hanno contemplato sulle mura. Non é lei che Telemaco ha ammirato nel suo palazzo di Sparta. La dea Era a Paride non diede che un fantasma, un'immagine fatta con l'aria del cielo, che pure respirava: copia identica, doppio preciso, di Elena. L'Elena di carne e d'ossa, invece, la prese Ermes e la portò in Egitto, nella casa del casto Proteo, perché il letto di Menelao non venisse violato. Il primo scontro tra Occidente e Oriente, la guerra di Troia, fu combattuta soltanto per un'illusione. Zeus voleva semplicemente alleviare la madre terra dell'eccessiva massa di esseri umani che l'appesantiva e dare fama al più forte degli eroi, Achille. Questo é il nucleo fantastico dell'"Elena" di Euripide, al quale si aggiunge tutta una serie di motivi non proprio secondari: perché nel suo lungo nostos da Troia verso Sparta, Menelao, che con sé conduce il «fantasma» riconquistato, approda in Egitto e si trova davanti a un'«altra», una «nuova», la «vera» Elena, che subito lo riconosce e pronuncia parole sublimi: «àˆ divino riconoscere quelli che amiamo». Urge organizzarne la fuga dall'Egitto, inventando una scusa per beffare il re Teoclimeno - che desidera farla sua sposa - con l'aiuto della sorella di lui Teonoe («mente divina») e il favore degli déi. Ma il Coro, in un brano dall'intenso lirismo e dalla notevole profondità  filosofico-teologica, si domanda: «Che cos'é, poi, un dio, cosa non lo é, e cosa c'é nel mezzo? / Quale uomo dopo una lunga ricerca / potrà  dire di aver scorto il limite estremo / vedendo le opere degli déi / andare in una direzione e poi in un'altra, / e poi piegarsi ancora in esiti contraddittori e insperati?». L'"Elena" non prospetta alcuna certezza. Barbara Castiglioni, che nell'Introduzione offre una bella ricostruzione dei modelli antichi di Elena ed elabora un eccellente Commento, riassume così: «una dolente lucidità  insidia l'atmosfera di forzosa illusione che pervade il dramma, e l'angoscia e la disperazione emergono dall'esplosione di leggerezza esotica e sotto il velo di brillantezza della trama. Proprio come un'ombra, un'impressione di vanità  ricopre ogni istante della tragedia».

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8.
€ 50,00
EAN-13: 9788804738046
Anonimo
Sul sublime
Edizione:Mondadori, 2021
Collana:Scrittori greci e latini

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I cavalli degli déi balzano in aria d'un colpo quanto lontano abbraccia con gli occhi un uomo che da un'altura scruta il mare colore del vino: Omero, nell'"Iliade", misura «il loro slancio su distanze rapportate all'universo intero», e se quei cavalli saltassero due volte non ci sarebbe più spazio al mondo. Nell'"Odissea" quello stesso Omero, ora vecchio, é come un sole al tramonto, «simile all'Oceano che retrocede in sé stesso e si isola nei propri confini». L'"Iliade" é capace di rappresentare il divino come grande, immacolato, puro. Allo stesso modo il libro biblico della "Genesi", raccontando «Dio disse: sia la luce. E la luce fu», fa mostra della medesima sublime potenza. Chi parla così é l'autore, al quale non riusciamo a dare un nome, del breve trattato "Sul sublime", quello che, dopo la "Poetica" di Aristotele, ha conosciuto maggior fortuna nella cultura occidentale; colui che ha consacrato per sempre la nozione di tutto ciò che é elevato, possente di sentimento, agonistico, vibrante nel cuore stesso degli esseri umani, e nella letteratura: nell'epica, nella tragedia, nella lirica, nell'oratoria - in Omero, Saffo, Sofocle, Platone, Demostene. «Una sorta di apice e perfezione dei discorsi», e «un punto di partenza grazie a cui i massimi poeti e prosatori primeggiarono e abbracciarono l'eternità  con la loro fama», ecco cos'é il sublime per questo scrittore: il quale sostiene altresì che sua caratteristica precipua é l'appagare il pubblico «con la sensazione che gli ascoltatori stessi abbiano creato quello che hanno ascoltato», perché il sublime predispone alla grandezza del pensiero e richiede, ma anche restituisce, una «contemplazione reiterata». La Fondazione Valla ha affidato la cura dello scritto "Sul sublime" al maggiore studioso del campo, Stephen Halliwell, il quale ha composto una introduzione e un commento che faranno scuola. Lo affianca Massimo Fusillo, redigendo un saggio ispirato che racconta, in parole e immagini, l'eredità  del sublime attraverso i due millenni successivi: dal Medioevo al Rinascimento, da Burke a Kant, da Coleridge a Shelley, da Caspar David Friedrich a Turner, sino alle «epifanie moderniste» e alle «contaminazioni postmoderne». Laura Lulli é autrice della nuova, fedele traduzione del trattato.

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9.
€ 50,00
EAN-13: 9788804741961
Sesto Properzio
Elegie vol.1
Edizione:Mondadori, 2021
Collana:Scrittori greci e latini

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Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, / contactum nullis ante Cupidinibus : «Cinzia per prima con i suoi begli occhi mi ha catturato, / infelice: nessun Cupido mi aveva ancora trafitto». Iniziano così le "Elegie" di Properzio, ed é subito chiaro che in questa raccolta di poesie raffinate é la donna a conquistare: le basta, per questo, uno sguardo. Il poeta, soggetto dello scrivere, diviene oggetto dell'Amore. «Allora» continua l'"incipit" della prima elegia, «Amore ha piegato il mio sguardo sempre superbo, / mi ha posto i piedi sul capo e ha premuto, / finché mi ha insegnato, crudele, a detestare le caste fanciulle / e a condurre una vita del tutto priva di senso». Una realtà  «dai valori sovvertiti» nella Roma di un Augusto dedito alla restaurazione di quelli antichi: «non solo perché é la donna a dominare sull'uomo, ma anche perché vivere la vita d'amore significa rinnegare l'impegno nella vita civile e politica che contraddistingue il "ciuis Romanus"». Non narrano una «storia» d'amore in quanto tale, le "Elegie", né dipingono un «coerente ritratto» di donna. Certo, Cinzia é dura e indifferente, «implacabile nel costringere lo spasimante a un duro "seruitium"», amante esagerata di trucchi e belletti, volubile e incostante, «insensibile nei confronti del poeta persino nei momenti di suo grave pericolo», pronta ad abbandonarlo per un nuovo, magari ricco, corteggiatore. Cinzia é in realtà  un personaggio letterario, che vive all'interno di una tradizione: «irreprensibile matrona», ma anche meretrice sfrenata, e infine "docta puella" che legge e giudica, «da imparziale critica letteraria», la poesia di Properzio, ed é capace di scrivere versi suoi «che rivaleggiano con quelli di Corinna». Cinzia é un tipo che il poeta trasforma in mito cangiante. La presenza di Cinzia é ancora assai insistente nel libro II, la fine del quale anticipa la clamorosa rottura con lei. Poi, quella presenza impallidirà  nel libro III, nel quale Properzio intraprende una via nuova, riconoscendo il magistero di Virgilio e muovendo poi nel successivo verso la poesia eziologica, celebrativa dei primordi di Roma a esaltazione delle glorie augustee del presente. Le "Elegie" ampliano così il loro registro, fondando un genere nuovo e una nuova poetica.

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10.
€ 50,00
EAN-13: 9788804724124
Massimiano
Elegie
Edizione:Mondadori, 2020
Collana:Scrittori greci e latini

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Poeta dotto, che riassume la tradizione elegiaca latina, che si colloca all'insegna di Boezio, e che ha assimilato la cultura biblica e cristiana al punto di utilizzarne espressioni e frasi, Massimiano «recepisce e interiorizza il cosiddetto "pessimismo greco", che trova la sua espressione nelle parole del satiro Sileno, secondo il quale la cosa migliore per l'uomo é non essere nato e, una volta nato, morire presto. Il non essere é l'unico modo per sottrarsi all'infelicità  che appartiene all'essere, anche e soprattutto nella vecchiaia, l'esperienza più tragica della vita». Se le figure femminili - Licoride, Aquilina, Candida e la Graia puella - si situano al centro delle "Elegie", é "Senectus" la vera donna alla quale Massimiano soggiace come un amante alla propria Dama. Realista a oltranza, egli non rifugge dalle immagini più forti e più crude. Scrittore latino nell'Italia ostrogota del VI secolo, Massimiano é il poeta della senescenza: dell'uomo e dell'intero mondo antico.

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11.
€ 50,00
EAN-13: 9788804715641
Pindaro
Le Nemee
Edizione:Mondadori, 2020
Collana:Scrittori greci e latini

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Con la pubblicazione del terzo volume, che contiene le "Nemee", si completa la serie dei quattro che la Fondazione Valla dedica all'opera di Pindaro, il più grande poeta lirico dell'antichità  e uno dei maggiori di tutti i tempi: undici odi, delle quali tre non sono legate ai giochi nemei, ma che i grammatici alessandrini inclusero sotto la medesima etichetta. Se quelli di Nemea, che si tenevano ogni due anni presso il tempio di Zeus in una vallata boscosa del Peloponneso, erano considerati giochi minori rispetto a quelli quadriennali di Olimpia e di Delfi, le "Nemee" non sono meno affascinanti delle Olimpiche o delle Pitiche , e certo pari alle "Istmiche". àˆ sufficiente ascoltare la voce di Pindaro per andare oltre le definizioni di poesia cortigiana e poesia civile tra le quali la critica ha ondeggiato per secoli. La sua é poesia e basta, agonistica certo e d'occasione, perché celebra la vittoria in una competizione atletica, ma é lirica, come diceva l'autore del "Sublime", che nel suo trasporto creativo infiamma ogni cosa. Eccolo, il Pindaro delle "Nemee", spingersi verso i limiti del mondo, le Colonne di Eracle, e raccontare i miti con la velocità  e l'aura che gli hanno dato la fama: le nozze splendide di Peleo e Teti; Achille, biondo fanciullo, a caccia di leoni, cinghiali e cervi; la contesa tra il forte Aiace e l'astuto Odisseo per le armi del Pelide; ed Eracle, e Telamone, e Castore e Polideuce. «Una» afferma Pindaro nella sesta "Nemea", «la stirpe di uomini e déi: da una sola madre/ é il respiro a entrambi. Ma potenza in tutto diversa ci/ separa, ché niente noi siamo,/ mentre il cielo di bronzo é per essi eterna/ incrollabile sede». Eppure, gli uomini, le cui generazioni sono come i campi, che un anno danno frutto e un anno no, «in qualcosa» somigliano, «nel gran senno o l'aspetto, a immortali». La giovinezza é «possente, messaggera delle divine/ tenerezze di Afrodite», e lei Pindaro invoca all'inizio dell'ottava "Nemea". Ma più spesso chiama la Musa, che «oro/ salda e candido avorio/ e fiore di giglio, sottratto a rugiada marina». Non é, lui, uno scultore: che crea «statue/ dritte sulla loro base,/ immobili». No, lui fa rotta «su navi/ o barche leggere», e vola come un'aquila oltre il mare. Un commento molto ricco, e una traduzione bellissima, accompagnano queste "Nemee".

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12.
€ 50,00
EAN-13: 9788804728047
Euripide
Baccanti
Edizione:Mondadori, 2020
Collana:Scrittori greci e latini

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Agave porta, infissa in cima a un tirso, la testa del figlio Penteo che le sue compagne hanno fatto a pezzi: la vuole consegnare a Bacco in segno di vittoria. «A lui porta un trionfo fatto di pianto», fa dire Euripide al servo che racconta ciò che ha visto accadere sul Citerone. Invasata, Agave non sa che ciò che brandisce come un trofeo é il capo sconciato del figlio, e il momento nel quale lo capisce costituirà  una delle più tremende scene di riconoscimento della tragedia antica. Le "Baccanti" erano iniziate con Dioniso che annunciava di volersi rivelare come dio in Tebe, di desiderare il riconoscimento e la venerazione. Li ottiene a prezzo di un sacrificio immane, che immola la ragione sull'altare della follia, e precipita l'intera stirpe di Cadmo nella disgrazia. In questa tragedia, l'ultima prodotta dal grande teatro del V secolo a.C., e l'ultima, probabilmente, composta dall'autore prima della morte (fu messa in scena ad Atene dal figlio), Euripide «ripropone in modo emozionante e terribile quello che era stato uno tra i temi fondamentali del suo teatro, cioé il conflitto tra ragione e irrazionale». Al suo centro si trova infatti la follia scatenata delle menadi, che infuria sulla montagna, con le donne che, cinte di pelli maculate, inghirlandato il capo di edera, brandendo il tirso nelle mani, si abbandonano a danze furibonde al suono di flauti e tamburelli. «Cos'é mai la saggezza?» si domandano le baccanti del Coro: «quale il dono più bello degli déi ai mortali?» La loro risposta é spesso sibillina, paradossale: «Non é sapienza il sapere». Le "Baccanti" discutono il tema della sophia in modo insistente, con tutta l'urgenza che il fenomeno culturale e religioso del dionisiaco - superbamente illustrato dal curatore - richiede. «Molti sono gli aspetti delle cose divine, molte cose gli déi realizzano contro ogni speranza» conclude il Coro, qui come in altre tragedie di Euripide, «ciò che si attende non si compie, dell'inatteso il dio trova la strada.». Con questo volume la Fondazione Valla inizia la pubblicazione del teatro di Euripide, secondo Aristotele il più tragico dei poeti: con le "Baccanti", che ebbero in sorte persino di fornire il testo a una "Passione di Cristo", in passato attribuita a uno dei più grandi Padri greci, Gregorio di Nazianzo.

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13.
€ 50,00
EAN-13: 9788804733799
Aristofane
Lisistrata
Edizione:Mondadori, 2020
Collana:Scrittori greci e latini

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Le donne prendono il potere nell'Atene del V secolo a.C. Occupano l'Acropoli. Per porre fine alla disgraziata guerra con Sparta, fanno lo sciopero sessuale: si rifiutano, cioé, di avere rapporti con i mariti. C'é da non crederci, eppure é proprio da questa situazione paradossale che Aristofane parte per inventare la trama esilarante della "Lisistrata". Lisistrata é la 'leader' indiscussa delle donne: mentre le anziane prendono possesso dell'Acropoli e sbarrano i Propilei, convoca un'assemblea di mogli provenienti da tutta la Grecia, proponendo loro la strategia dell'astinenza. Dopo un'iniziale resistenza, l'assemblea femminile giura su un grande calice nero, sacrificando un orcio di vino di Taso. I vecchi di Atene, saputo della presa dell'Acropoli, muovono all'assalto, con l'intenzione di stanarne le donne col fuoco. Vecchi e vecchie si scontrano, insultandosi e prendendosi ferocemente in giro. «Sono una donna libera», proclama per tutte la Corifea. Si giunge al punto che Lisistrata propone al magistrato ateniese venuto a imporre la legge una «politica della cardatura»: una sorta di parabola che paragona il trattamento della lana grezza al governo di Atene, una «metafora» in cui «filatura e attualità  si alternano e si intrecciano in un'immagine grandiosa e appassionata». Naturalmente, anche Lisistrata e il suo esercito femminile hanno i loro problemi: c'é un momento in cui, accampando scuse di vario genere, parecchie vogliono «tornare a casa»: l'istinto coniugale conculcato pare prevalere. Lisistrata é costretta a fermarle. E c'é una scena fantastica nella quale una delle sue seguaci, Mirrina, finge di assecondare le richieste del marito Cinesia, protraendone poi ad arte l'attesa e infine lasciandolo con un palmo di naso. Lo stesso tipo di azione sta compiendo Lampitò a Sparta. Alla fine, gli uomini cedono: verrà  firmata la pace, in nome dell'antica unione nella guerra contro i Persiani. Il finale, con i suoi accenti epici, «é maschile». Ma l'interludio é una commedia coi fiocchi: dannatamente seria, eppure spumeggiante di humour: commentata da Franca Perusino, e tradotta da Simone Beta.

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14.
€ 50,00
EAN-13: 9788804711322
Apuleio
Metamorfosi. Testo latino a fronte. Ediz. critica vol.1
Edizione:Mondadori, 2019
Collana:Scrittori greci e latini

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Trama del libro

«E in questa conversazione milesia io intreccerò per te storie di ogni genere e incanterò le tue orecchie benevole con un dolce sussurro.» Così, in tono apparentemente leggero, si aprono le Metamorfosi di Apuleio, conosciute anche come L'asino d'oro, il secondo grande romanzo latino dopo il Satyricon di Petronio e prima dell'anonima Storia di Apollonio. Riprendendo un perduto originale greco, Apuleio narra le avventure di Lucio, un giovane animato da insaziabile curiosità  che viaggia attraverso la Tessaglia. Trasformato per errore in asino, dovrebbe mangiare delle rose per tornare uomo, ma viene portato via da una banda di ladroni e usato come bestia da soma. Nel covo dei briganti conosce Carite, una giovane rapita a scopo di riscatto; la vecchia governante dei malfattori, per consolarla, le racconta la favola, poi celeberrima, di Amore e Psiche: la quale non é che la più lunga delle tante digressioni, le affascinanti storie che arricchiscono le Metamorfosi e diverranno tesoro della novellistica, dalle avventure narrate dai rapitori alle storie noir dello schiavo fedifrago e della donna assassina, ai divertenti adulteri delle mogli del mugnaio e del tintore. Le peripezie di Lucio, l'una più mirabolante dell'altra, continuano a lungo, sino a sfociare nell'undecimo e ultimo libro, che stupisce per la nuova dimensione filosofico-religiosa, ancor oggi discussa. Lucio prega la Luna di liberarlo dalle sue disgrazie. Comparsa nelle vesti di Iside, la dea gli preannuncia la salvezza: il giorno dopo, durante una processione, un suo sacerdote gli porgerà  una corona di rose. Nuovamente essere umano, Lucio si fa adepto della divinità  egizia ed é iniziato ai suoi misteri. Ma il suo viaggio e il suo percorso iniziatico non sono ancora finiti. In sogno, Iside gli ordina di recarsi a Roma, dove lo attendono due nuove iniziazioni misteriche e una luminosa carriera di retore. Apuleio, il colto africano maestro della lingua, autore delle sfavillanti orazioni dei Florida, dell'apologia giudiziaria de magia, e delle operette filosofiche de deo Socratis e de Platone et eius dogmate, si rivela così il «Signore delle innumerevoli connessioni» tra tutte le cose. La Fondazione Valla pubblica una nuova edizione critica delle Metamorfosi in quattro volumi.

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15.
€ 50,00
EAN-13: 9788804710677
G. L. Potestà
L' anticristo. Testo latino a fronte vol.3
Edizione:Mondadori, 2019
Collana:Scrittori greci e latini

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Descrizione del libro

àˆ il Nemico supremo, che minaccia il cosmo, la cristianità , il Signore stesso. Preannunciato nelle Lettere di Giovanni e incastonato nella Trinità  del Male dell'Apocalisse, é «inventato» da Ireneo, Ippolito, Tertulliano e Origene. Poi, dilaga nell'immaginazione del Medioevo. Questo terzo e ultimo volume completa la serie dedicata a quella che é forse la leggenda più grande dell'Occidente medievale: il Figlio della perdizione, colui che precede la seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. I secoli dal XIII al XV vogliono fare «scienza» del suo avvento. Pietro d'Ailly, per esempio, predica la concordanza quasi perfetta di astronomia e storia, elaborando un calcolo complesso per collocare la venuta dell'Anticristo attorno all'anno 1789 - quello della Rivoluzione francese - e sostenere che «a quei tempi secondo gli astronomi ci sarà  un cambiamento di religione, e secondo loro dopo Maometto ci sarà  qualcuno potente che stabilirà  una legislazione vergognosa e fondata sulla magia, perciò si può credere con verosimile probabilità  che dopo la religione di Maometto non ne arriverà  nessun'altra, se non la legge dell'Anticristo». Chi é, infatti, l'Anticristo per gli studiosi del tardo Medioevo? àˆ un eretico, un giudeo, un musulmano? O, addirittura, il papa di Roma, come suggeriscono tra gli altri Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino da Casale, nonché l'inglese John Wyclif? Per scoprirlo, il Medioevo mette in campo tutta la sua scienza. Da un lato, decide che l'Anticristo é già  nato. Dall'altro, cerca di costruirne la biografia, e impiega l'esegesi biblica (cioé la «scienza» della Bibbia) e la «scienza» astrologica per discuterne l'avvento. Così, Bernardino da Siena inscena, a partire dalla bolla «Exiit qui seminat» di Niccolò III, e dall'Apocalisse, un grandioso «concilio dei diavoli convocato da Lucifero in persona», in cui Ammone, il Diavolo dello sterminio, Belzebù e Asmodeo gli riferiscono «su quanto stanno mettendo in opera per preparare la venuta dell'Anticristo». Asmodeo viene poi incaricato di recarsi in paradiso a chiedere giustizia. Mentre Ruggero Bacone raccomanda l'uso della matematica per determinare il quando, il dove e il come l'Anticristo sorgerà . Abbiamo dunque sotto gli occhi un libro affascinante, che presenta gli incubi del Medioevo con chiarezza esemplare.

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16.
€ 50,00
EAN-13: 9788804715658
Sofocle
Elettra
Edizione:Mondadori, 2019
Collana:Scrittori greci e latini

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Descrizione del libro

L'"Elettra" di Sofocle ha sempre goduto, nei duemila-cinquecento anni dalla sua comparsa, di una popolarità  eccezionale, tanto da conoscere numerosissime riscritture sino all'Elektra di Hofmannsthal (poi trasformata in memorabile opera in musica da Richard Strauss), a O'Neill, Giraudoux e Sartre. La personalità  della protagonista vi campeggia assoluta. La trama si svolge con rapidità  stupefacente, ma con una quantità  di svolte e raddoppiamenti sensazionali. Il tessuto lirico, drammatico e melodrammatico é teso come la corda di una lira. In questa edizione si dà  una lettura nuova della protagonista: Elettra vi é interpretata come un "problema" «in quanto ostacola i cospiratori e ruba la scena ai loro piani»; il dramma stesso si configura come "problema", «perché é privo del normale meccanismo che serve a portare avanti la trama». Davanti alla sconfitta ateniese nella guerra contro Sparta, Sofocle sceglie di «sondare più da vicino l'individuo drammatico», ma anche qui sorgono questioni non indifferenti: per esempio, «può un individuo eroico essere esemplare se la forza della sua personalità  non é diretta contro potenti antagonisti ma resta un'esibizione largamente inefficace da parte di una persona», come Elettra, «posta ai margini»? E ancora: perché Sofocle complica la trama del riconoscimento tra Elettra e Oreste già  resa celebre dalla versione di Eschilo? Nell'Elettra sofoclea tale intreccio si sviluppa in una serie di scene di finzione che vedono il Precettore narrare la morte di Oreste; poi la sorella Crisotemi annunciare che é vivo e raccontare una replica dell'episodio, ben noto dalle Coefore, presso la tomba di Agamennone; quindi la comparsa dell'urna, portata da Oreste stesso, che ne conterrebbe le ceneri, e l'esibizione dell'anello paterno come prova definitiva. «Sì, proprio l'unico che viene a soffrire dei tuoi mali», dice Oreste di sé stesso un attimo prima, in un verso denso di compassione. «Oreste é qui morto per finzione, e ora per quella finzione sano e salvo», esclama Elettra, convinta dall'anello. Quella «finzione» é la chiave di volta dell'emozione intensa che ancora oggi suscita l'"Elettra" di Sofocle.

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17.
€ 35,00
EAN-13: 9788804657910

La Letteratura francescana. Vol. 5
Edizione:Mondadori, 2016
Collana:Scrittori greci e latini

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18.
€ 35,00
EAN-13: 9788804657903
Scoto Eriugena Giovanni
Sulle nature dell'universo. Testo latino a fronte (4)
Edizione:Mondadori, 2016
Collana:Scrittori greci e latini

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DescrizioneSulle nature dell'universo. Testo latino a fronte (4): Sesto giorno della Creazione: Dio dà forma al bestiame, ai rettili, agli animali selvatici. Poi crea l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza. Nella Genesi vengono quindi il Paradiso, l'albero della conoscenza del bene e del male, l'uomo che impone il nome a ciascun essere vivente, la tentazione a opera del serpente, la Caduta e la cacciata dall'Eden. Sono scene cruciali e piene di problemi. Quando Giovanni Scoto vi giunge, nel libro che doveva essere l'ultimo di "Sulle nature dell'universo", il Maestro che ne è il protagonista teme di dover affrontare un oceano periglioso: esso, dice, "prende avvio dalle opere della sesta contemplazione profetica sull'istituzione della totalità", e "tratterà del ritorno di tutte le cose in quella natura che non crea e non è creata". Ma la difficoltà della materia e "l'incontro e lo scontro di tante diverse interpretazioni" rendono questo Libro IV "impraticabile per le ondate vorticose, scivoloso per l'ambiguità dei discorsi, pericoloso per le sirti (cioè per i tratti dottrinali oscuri)". li viaggio attraverso l' oceano è la prima, grande immagine del Libro IV del Periphyseon: in realtà, scrive Peter Dronke, esso "è il viaggio attraverso il tema del ritorno, in tutta la sua irriducibile complessità". Sixth day of creation: God gives shape to the cattle, reptiles, wild animals. Then creates man and woman in his own image and likeness. In Genesis are then the paradise, the tree of knowledge of good and evil, the man who imposed the name each living being, tempted by the serpent, the fall and expulsion from Eden. Crucial scenes are full of problems. When John Scotus reaches that point in the book that was to be the last of "The nature of the universe", the master who is the main character is afraid of having to face a perilous Ocean: it says, "starts from the works of the sixth prophetic contemplation on the establishment of the totality," and "will be the return of all things in that nature which creates and is not created". But the difficulty of the subject and "the meeting and the clash of many different interpretations" make this book IV "impracticable for swirling waves, slippery for the ambiguity of the speeches, dangerous for sirti (i.e. for doctrinal overtones obscure)". Li journey across the ocean is the first, large image of book IV of the Periphyseon: actually, writes Peter Dronke, it "is traveling through the theme of the return, in all its irreducible complexity".

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19.
€ 35,00
EAN-13: 9788804664505
(sant') Agostino
Soliloqui. Testo latino a fronte
Edizione:Mondadori, 2016
Collana:Scrittori greci e latini

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DescrizioneSoliloqui. Testo latino a fronte: La più ardente aspirazione del giovane Agostino era quella di "cercare razionalmente la verità", come egli dichiara nelle Retractationes, "su ciò che più intensamente desiderava conoscere". Nascono da qui i Soliloqui, nei quali egli rivolge domande e risposte a sé stesso, "quasi che io e la mia ragione fossimo due realtà distinte, mentre ero presente io solo". Dialogo, dunque, come in Platone, e ricerca della verità. Brevi e incompiuti, i Soliloqui, dei quali la Fondazione Valla presenta l'edizione di Manlio Simonetti, ardono però di passione intellettuale e rivelano il fondamento stesso del pensiero di Agostino, che all'inizio del Libro II invoca: Deus semper idem, noverit me, noverit te, "Dio che sei sempre lo stesso, possa io conoscere me e conoscere te". E stata chiamata, questa preghiera, il "postulato primario di Agostino", un pronunciamento su sé stesso e su Dio: "su sé stesso in quanto dichiara ciò che egli farà con la propria mente"; e su sé stesso e Dio in quanto dichiara la ragion d'essere fondamentale di ogni "fare" di questo tipo: "che ogni intelletto creato esiste soltanto per scoprire il Creatore e dilettarsi in lui". Ecco perché i Soliloqui si aprono con una preghiera di "inusitate dimensioni" e di straordinaria magnificenza che è inno di lode e invocazione.

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20.
€ 35,00
EAN-13: 9788804671695
Aristotele
Costituzione degli ateniesi
Edizione:Mondadori, 2016
Collana:Scrittori greci e latini

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DescrizioneCostituzione degli ateniesi: Siamo negli anni che vanno dal 335 al 323 avanti Cristo. Aristotele, già allievo di Platone nell'Accademia per due decenni, e precettore di Alessandro Magno in Macedonia, torna ad Atene quando il discepolo inizia la sua folgorante carriera militare, e vi fonda, nel Liceo, la celebre scuola del Peripato. Mentre Alessandro, soggiogata la Grecia, conquista in soli dodici anni l'intero impero persiano spingendosi fino all'India, Aristotele compie l'opera di pensatore che sarà centrale nella cultura del mondo. Alla morte del re nel 323 Aristotele lascia Atene, dove comincia a serpeggiare la rivolta contro i Macedoni. L'Athenaion Politeia, la Costituzione degli Ateniesi, era già stata composta e riveduta. L'opera, attribuita ad Aristotele sin dall'antichità, non ci è stata però trasmessa, come le altre, attraverso manoscritti medievali, bensì solo su papiri oggi conservati a Berlino (un frammento) e Londra (il grosso del testo) e ritrovati alla fine dell'Ottocento. È possibile, forse probabile, che non sia stata composta da Aristotele stesso, ma da un discepolo, sebbene l'interesse del maestro per i temi della politeia sia documentato. Si tratta infatti di un trattato dedicato, nella prima e più corposa parte, alla storia e ai tipi dell'organizzazione costituzionale di Atene dai primordi sino alla fine del V secolo; e quindi, nella seconda (circa un terzo del totale), all'illustrazione del modo in cui la costituzione funzionava ai tempi dell'autore: un trattato, dunque, che ha legami evidenti con la Politica, ancorché impostazione, ampiezza, registro e stile siano assai diversi.

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Pagine 12345



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